Mission
La finalità
La finalità che ci proponiamo è strettamente intrecciata con la caratteristica principale di questo sito (che vedremo più sotto) e, volendo esprimerla in un unico, generalissimo punto, è la seguente: dar vita ad un luogo in cui affrontare quei temi trattati dalle scienze umane che riflettono, con più evidenza, questioni attuali e argomenti “classici” ma di interesse sempre vivo, perché continuano ad avere a che fare con l’umano e con il suo modo di stare nel mondo.
Esempio: una questione attuale
Le ondate migratorie
Un tema dell’Antropologia: la presenza, su un dato territorio, di culture “altre”, pone il problema di conoscere come l’altro intenda questioni cruciali per la convivenza, quali il diritto familiare, la morale, la religione, la salute e la malattia, i principi da cui discendono i metodi educativi…
Una domanda: in quali forme l’antropologia può oggi declinare il suo caratteristico e costitutivo approccio alle diversità, fatto di ascolto e dialogo, perché i principi e i metodi prodotti dalla disciplina nell’arco della sua storia, diventino strumenti di lavoro utili in società sempre più crocevia di culture diverse?
Un tema della Psicologia: il rapporto esistente tra elementi culturali (pratiche di allevamento dei bambini, valore dato al linguaggio verbale o alle capacità motorie…) e sviluppo individuale.
Una domanda: l’idea della cultura come “spazio di scambio”, proposta dalla Psicologia culturale, che contributo può dare a chi si forma in un contesto diverso da quello di originaria appartenenza, per la realizzazione di un percorso armonico di sviluppo individuale?
Un tema della Sociologia: la gestione delle differenze per evitare conflitti e disgregazione sociale. Dall’ideale dell’assimilazione a quello della convivenza interetnica e interculturale.
Una domanda: quali misure concrete possono prendere gli Stati interessati dal fenomeno migratorio perché i diversi gruppi etnici, presenti su un dato territorio, vedano garantito il rispetto delle loro tradizioni senza, però, esser portati a disattendere al rispetto delle leggi e delle consuetudini del Paese ospitante?
Un tema della Pedagogia: la convivenza di diversi modelli educativi. Dalla multiculturalità all’interculturalità.
Una domanda: quale patrimonio culturale la scuola è chiamata a consegnare, perché tutti vi si trovino rappresentati e sia possibile il senso di appartenenza alla medesima comunità, pure nel rispetto delle diverse provenienze con le relative tradizioni, fedi, stili di vita?
Gli interlocutori
Proveremo a farlo tenendo costantemente presenti i due tipi di interlocutori a cui ci rivolgiamo, voi che leggete queste righe: adulti e studenti (ma i coetanei amici degli studenti che hanno scelto subito il mondo del lavoro sono attesi e benvenuti! Queste specifiche di target le troverete, verosimilmente, solo nelle sezioni di presentazione del sito; strada facendo, poi, abbiamo il sospetto che spariranno anche da lì…).
Ora, attraverso un paio di considerazioni dell’antropologo Marc Augé, presentiamo sia la caratteristica principale di questo luogo che un motivo per cui, adulti e studenti, pur muovendo da interessi propri, possono qui ritrovarsi; questo perché, nella nostra visione, la caratteristica e quel motivo coincidono. Intanto, ecco Marc Augé:
“C’è però qualcosa che rende il lavoro dell’antropologo simile a un mestiere, nel senso più popolare del termine: una certa propensione alla dimensione artigianale del proprio operare […]”
“Come ogni buon artigiano che si rispetti, ognuno di loro si reca sul campo con una valigetta degli attrezzi, più o meno simili, ma mai del tutto uguali”
Marc Augè, Il mestiere dell’antropologo
La multidisciplinarietà
La caratteristica/motivo è la multidisciplinarietà, cioè il continuo dialogo intrecciato fra più discipline intorno ad un tema, per cui questo, come la materia prima nelle mani di un abile artigiano, viene “lavorata” attraverso voci di varia provenienza, tutti con una parola importante, a nostro avviso, da dire. Con le reciproche contaminazioni che la multidisciplinarietà produce, ogni questione si dilata in un orizzonte ricco, variegato, provocatorio; decisamente adatto alla complessità del nostro tempo e a quanti desiderano “abitare” questa complessità, sperimentando il gusto di comprenderla, o almeno avvicinarla con qualche elemento (attrezzo!) in più di interpretazione. E QUI si possono ritrovare GLI ADULTI.
Quella alla multidisciplinarietà è anche vocazione comune alle quattro scienze umane presentate nei rispettivi profili, come abbiamo cercato di far emergere in quella sede.
Ritroviamo poi un richiamo forte alla multidisciplinarietà nell’impostazione del percorso scolastico, formulata anche come capacità attesa negli studenti di attingere consapevolmente i contenuti delle varie scienze per ricomporli in un proprio, originale discorso sui temi dell’umano (nel nostro caso). E QUI si possono ritrovare GLI STUDENTI.
L’idea di scuola che le Indicazioni Nazionali per i Licei (qui il PDF) esprimono (“fucina di discorsi”) ben si accorda a ciò che questo luogo vorrebbe essere; lì si afferma infatti che “è la scuola della conoscenza a fornire gli strumenti atti a consentire a ciascun cittadino di munirsi della cassetta degli attrezzi e ad offrirgli la possibilità di sceglierli e utilizzarli nella realizzazione del proprio progetto di vita”. A parte la coincidenza quasi perfetta delle parole (“valigetta/cassetta degli attrezzi”), c’è il concetto dell’originalità di ogni percorso: gli attrezzi non sono mai del tutto uguali perché ogni progetto (che sia una “ricerca sul campo”, in antropologia, o il senso dato alla vita) è ideato da una persona ben individuata, cioè unica e definita nelle proprie caratteristiche esclusive, che sceglie cosa usare e cosa no, in vista di quel progetto (il suo capolavoro!). Inoltre, la scuola è il punto di partenza (e non l’unico) per un percorso formativo che, come vedremo con la prospettiva psicologica del Ciclo di vita, dura per l’intera esistenza e, dunque, l’immagine dell’artigiano intento alla realizzazione della sua opera diviene rappresentativa di ciascuno, quale che sia l’età, l’indole, l’occupazione…E QUI si possono ritrovare PROPRIO TUTTI!
Ecco, la dimensione artigianale, con il suo corredo di riferimenti e significati, che Augé riconosce all’antropologia, è piaciuta così tanto che ci siamo presi licenza di affermarla anche per questo luogo, come propensione ad un modo di “maneggiare” le questioni che individua, nelle molte forme assunte dai contributi di studiosi, fotografi, poeti… che accoglieremo in questo luogo (i nostri maestri artigiani!), altrettante possibili chiavi di lettura degli avvenimenti.
E noi, scegliendo di volta in volta ora questo, ora quel contributo, cercheremo di portare avanti un discorso fatto da voci in dialogo, per uno sguardo che non si stanca di indagare l’affascinante mondo dell’umano, dai vari punti di vista che le nostre particolari Scienze (intrecciate ad altro) offrono e che, pure nella diversità degli specifici contributi, tutte convergono su una cosa che pare essere essa stessa un’originale sintesi:
“Ogni uomo però non è soltanto lui stesso;
è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso,
dove i fenomeni del mondo si incrociano una volta sola,
senza ripetizione”
H. Hesse